La Thailandia oltre le immagini: il mio racconto di un viaggio vissuto intensamente
- Giovanna Maria Depriori
- 22 apr
- Tempo di lettura: 24 min
Un racconto pratico, ma con un occhio puntato anche sulle emozioni e sulle sensazioni che certi luoghi e certe esperienze riescono a farti vivere: il fascino del nuovo, il brivido della scoperta e quel senso di meraviglia che si risveglia di fronte alla bellezza del mondo.

Se mi chiedessero di descrivere il mio viaggio in Thailandia in poche parole, direi: “intenso, emozionante, arricchente”.
È difficile riassumere un’esperienza così densa e varia in un solo aggettivo, soprattutto perché il viaggio che io e la mia compagna abbiamo organizzato in Thailandia, ci ha portate da un estremo all’altro del paese. Quando abbiamo scelto la Thailandia come meta del nostro primo viaggio in Asia, ci aspettavamo una sfida: sapevamo che ci sarebbero stati ritmi intensi e che avremmo incontrato una realtà molto diversa dalla nostra, ma non immaginavamo quanto avrebbe influenzato il nostro modo di percepire la quotidianità.
C’è un aspetto dei viaggi che le guide non riescono a catturare del tutto: le sensazioni che si provano mettendo piede per la prima volta in un paese culturalmente diverso, e l’impatto che certi luoghi e certe persone possono avere su di noi. Bangkok, per esempio, una metropoli vibrante che sembra non dormire mai, è stata un inizio travolgente: una città enorme, viva a qualsiasi ora, caotica e affascinante al tempo stesso. Al contrario, le montagne vicine all’area di Chiang Mai, dove il tempo scorre lento tra foreste e templi immersi nella natura, ci hanno regalato momenti di quiete in un contesto naturale che sembra fatto apposta per rallentare il passo. Poi ci sono luoghi che sembrano usciti da un sogno, come il lago Cheow Lan, nel cuore del parco nazionale di Khao Sok: un luogo surreale, con i suoi faraglioni che si specchiano in acque tranquille circondate da una foresta antichissima.
Questo viaggio non è stato solo una scoperta di paesaggi, ma anche di una cultura che, con le sue tradizioni e i suoi ritmi, ci ha offerto diversi spunti di riflessione. Le differenze si percepiscono in ogni aspetto: dalla cucina — ricca di sapori e contrasti — al rapporto con la spiritualità, così radicato nella vita quotidiana, alle priorità della vita. Ogni esperienza, dal visitare un tempio affollato al camminare per ore nel silenzio di una natura immensa, ci ha insegnato qualcosa di nuovo.
Questo articolo, è un racconto pratico, ma con un occhio puntato anche sulle emozioni e sulle sensazioni che certi luoghi e certe esperienze riescono a farti vivere. Il fascino del nuovo, il brivido della scoperta e quel senso di meraviglia che si risveglia di fronte alla bellezza del mondo: tutto questo è stata la nostra Thailandia.
INDICE DEI CONTENUTI:
Accorgimenti organizzativi
Organizzare un viaggio in un paese così variegato come la Thailandia richiede attenzione, una buona pianificazione e un pizzico di flessibilità. Noi abbiamo deciso di fare tutto in autonomia: dalla scelta dell’itinerario alla prenotazione delle strutture, alla gestione degli spostamenti, affidandoci a guide locali solo per alcune escursioni più impegnative. Ti confermo che, nonostante lo studio e la ricerca, il viaggio è stato comunque molto impegnativo! Ribadisco quindi che la preparazione (anche sulla cultura di questo paese) è fondamentale per vivere al meglio un’esperienza simile.
Ecco, quindi, una serie di accorgimenti pratici che spero possano essere utili.
1. Pianifica l'itinerario in base ai tuoi obiettivi
Prima di partire, chiediti: cosa vuoi ottenere dal viaggio? Relax, cultura, avventura o un mix di tutto? La Thailandia offre esperienze per tutti i gusti, ma devi avere un’idea chiara delle tue priorità. Noi abbiamo scelto un itinerario che ci permettesse di esplorare sia le metropoli che le aree rurali e naturali, bilanciando scoperta e relax.
2. Considera il clima
Il clima thailandese varia notevolmente tra nord e sud e a seconda della stagione. Controlla bene il periodo in cui viaggerai: potresti trovare bel tempo al nord e pioggia costante al sud o viceversa.
3. Affronta la cucina locale con curiosità, ma anche con cautela
La cucina thailandese è famosa per i suoi sapori intensi e piccanti. Se non sei abituat* a spezie forti, affronta i piatti con gradualità. Prova i piatti locali come il Pad Thai o il Tom Yam, ma ricorda che puoi sempre chiedere una versione "meno piccante".
4. Preparati ai tempi di spostamento
Bangkok, in particolare, è famosa per il traffico congestionato: spostarsi di pochi chilometri può richiedere molto tempo. Noi abbiamo camminato molto e trovato l’app Grab particolarmente comoda per chiamare taxi o auto private. Per piccoli tragitti anche i tuk tuk possono essere una buona scelta, ma fai attenzione.
5. Porta contanti locali
La moneta locale è il Baht thailandese. Anche se nelle città principali e nei grandi esercizi commerciali puoi usare carte di credito, nei mercati locali, nei ristoranti più piccoli, con i tuk tuk o nelle zone remote i contanti sono essenziali.
6. Ricorda che sei in un paese extra UE (per noi europei)
Essendo un paese extra UE, preparati con:
Passaporto valido e, se necessario, visto (verifica le regole per il tuo paese);
Assicurazione sanitaria di viaggio, fondamentale;
Consulenza sanitaria per eventuali vaccinazioni o precauzioni almeno un mese prima di partire.
7. Non dare per scontato l’inglese
Nelle zone turistiche l’inglese è abbastanza diffuso, ma nelle aree meno battute potresti incontrare qualche difficoltà: usa un’applicazione di traduzione offline per facilitare la comunicazione in thailandese.
8. Viaggia in modo consapevole e rispettoso
Informati sulle usanze locali, in particolare per quanto riguarda il buddhismo (praticato dalla maggior parte della popolazione) e il rispetto verso la famiglia reale, e altre particolarità della società thailandese. È importante vestirsi in modo appropriato per visitare templi, per esempio, e mostrare rispetto verso la cultura e i costumi del posto.
9. Acquista una SIM locale
All’aeroporto troverai facilmente SIM locali per il traffico dati a prezzi convenienti. Avere una connessione costante ti sarà utile per mappe, traduttori e comunicazioni.
10. Proteggiti dalle zanzare
La Thailandia è un paese tropicale, quindi le zanzare possono essere un problema. Usa repellenti adeguati e, se possibile, indossa abiti lunghi durante le escursioni o nelle ore serali, soprattutto nelle aree rurali.
11. Valuta sempre la sicurezza
Evita di metterti in situazioni rischiose. Che si tratti di escursioni senza guida o di affidarti a mezzi di trasporto poco sicuri o frequentare quartieri particolari, la prudenza deve sempre essere la tua priorità.
Il Nostro Tour

Abbiamo deciso di esplorare la Thailandia in 12 giorni, scegliendo un itinerario che combinasse cultura, natura e relax.
Tre giorni a Bangkok ci hanno immerse nella vivacità della capitale tra templi, mercati, la città vecchia e una visita ad Ayutthaya. A Chiang Mai, abbiamo vissuto due escursioni indimenticabili: una al Parco Nazionale Doi Inthanon e un trekking nella zona del tempio Doi Suthep e dintorni. Per concludere, ci siamo spostate a Khao Lak, perfetto per rilassarci e comoda base per esplorare il Parco Nazionale di Khao Sok.
Ci sono ancora infinite meraviglie da scoprire in questo paese, come le Isole Similan e le Surin, Pai, Chiang Rai e molto altro, ma per motivi di tempo e ottimizzazione del budget in questo viaggio abbiamo optato per valorizzare al meglio le cose per noi più importanti.
E ora vediamo in dettaglio le varie tappe…
Bangkok: il nostro primo incontro con la Thailandia
Bangkok è una metropoli che non lascia indifferenti. Con oltre undici milioni di abitanti, un traffico incessante, due aeroporti che servono voli nazionali e internazionali, e un intrico di strade senza fine, questa città può intimorire chi la visita per la prima volta. Eppure, dietro il caos apparente, Bangkok si rivela sorprendentemente organizzata. È stata capace di trasformare il nostro spaesamento iniziale in pura curiosità, grazie alle sue affascinanti contraddizioni. Abbiamo trascorso quattro giorni esplorandola, dedicando ogni giornata a un tema diverso, con l’obiettivo di immergerci appieno nelle molteplici sfaccettature di questa capitale così complessa.
La prima sera: il contrasto tra passato e futuro
Dopo il lungo volo dall’Italia e un breve trasferimento al nostro albergo – una struttura semplice e accogliente a conduzione familiare situata nei pressi della Old Town – abbiamo deciso di inaugurare il viaggio immergendoci nella Bangkok moderna. Un modo perfetto per combattere la stanchezza e iniziare a familiarizzare con il ritmo frenetico della città.

In pochi chilometri, ci siamo ritrovate catapultate da un’atmosfera di case semplici, strade polverose e rumorosi tuk tuk, al luccichio dei grattacieli che caratterizzano Sukhumvit, uno dei quartieri più moderni e sofisticati di Bangkok. Questo brusco e affascinante passaggio tra due mondi sembrava incarnare l’essenza stessa della città: un luogo in cui il passato e il futuro convivono fianco a fianco, così come la povertà e la ricchezza.
Da un lato, abbiamo osservato la vita quotidiana fatta di bancarelle improvvisate, lavori in corso e volti segnati dalla fatica. Dall’altro, ci siamo lasciate affascinare dalle luci scintillanti di una metropoli orientata al futuro, con centri commerciali ultramoderni e rooftop mozzafiato. La nostra scelta per la prima cena è caduta su uno di questi rooftop, che ci ha regalato una vista spettacolare sullo skyline: un mix di luci, meraviglia e un pizzico di straniamento.
Se decidi di esplorare questa parte della città, tieni presente che il traffico è particolarmente intenso, non solo durante le ore di punta ma spesso per l’intera giornata. Muoversi a piedi potrebbe non essere la scelta migliore, sia per la sicurezza che per la difficoltà nel gestire gli spostamenti in un ambiente così trafficato. Noi abbiamo optato per un lento viaggio in auto.
Il secondo giorno: dalla città moderna alla vita locale
Dopo questa prima immersione nella parte più cosmopolita e dinamica della città, abbiamo scelto di dedicare i giorni successivi alla scoperta della Bangkok autentica (a nostro parere). La vera anima della città vive nei suoi quartieri storici, tra templi ricchi di spiritualità, mercati colorati, vie trafficate e un ritmo di vita che sembra non essere mai fermo.
Il secondo giorno quindi lo abbiamo dedicato alla Old Town, girando in bicicletta. È stata un’esperienza tanto affascinante quanto impegnativa: pedalare su strade trafficate dove si guida a sinistra non è per deboli di cuore! Ma ne è valsa la pena. Questo itinerario ci ha portate attraverso vicoli pittoreschi e affollati, ma ci ha mostrato anche zone più periferiche, meno tenute, fino a raggiungere due delle attrazioni più iconiche: il Wat Phra Kaew e il gran Palazzo Reale, e a seguire il Wat Pho, con il suo imponente Buddha sdraiato.
Il Wat Phra Kaew e il Gran Palazzo Reale
Visitare Wat Phra Kaew e il Gran Palazzo Reale è come entrare in una fiaba dorata: un’immersione totale nel bagliore e nella grandiosità che caratterizzano l’architettura tradizionale di questo paese.
Il Wat Phra Kaew, noto anche come Tempio del Buddha di Smeraldo, è il complesso più importante del sito e ospita il celebre Buddha di Smeraldo. Sebbene sia una statua di dimensioni ridotte (circa 66 cm), inserita in un contesto di edifici grandiosi e scintillanti, questa piccola figura riesce a catturare l’attenzione e ad emergere per il suo forte valore simbolico e spirituale, un contrasto che la rende ancora più affascinante agli occhi di chi la osserva.

Camminare attraverso il complesso è un’esperienza difficile da descrivere a parole: la bellezza estetica si mescola a un’atmosfera che sembra sospesa nel tempo. Anche per chi non è attratto dallo sfarzo, c’è qualcosa di intangibile e affascinante che si percepisce in ogni angolo.
Un elemento che ci ha colpito profondamente sono i dipinti murali del Ramakian, che decorano il perimetro del tempio. Questi dipinti raccontano il Ramayana, il grande poema epico indiano adattato alla cultura thailandese, che narra la lotta del principe Rama per salvare la moglie Sita, rapita dal re dei demoni. I pannelli sono incredibilmente dettagliati e pieni di vita con una precisione nei dettagli e una carica emotiva che rendono impossibile distogliere lo sguardo: per me, sono stati tra i momenti più memorabili della visita.
Proseguendo, si accede al Gran Palazzo Reale, un tempo residenza ufficiale dei sovrani thailandesi. Anche se oggi la maggior parte degli edifici non è aperta al pubblico, l’esterno offre un affascinante mix di architettura thailandese e influenze occidentali. Ogni dettaglio sembra studiato per evocare potenza e regalità, rendendo l’intero complesso un vero spettacolo visivo.
La visita complessiva richiede almeno 1 ora e mezza, meglio se due, per avere il tempo di immergersi completamente nell’atmosfera e coglierne le sfumature.
Il Wat Pho: il tempio del Buddha sdraiato
A poca distanza dal Gran Palazzo Reale troviamo questo tempio, famoso per ospitare al suo interno l'immensa statua del Buddha sdraiato, una delle attrazioni più visitate dai turisti. Il Buddha sdraiato è modellato intorno a un nucleo in mattoni lungo ben 46 metri e alto 15, rifinito in gesso e in foglia d'oro.

La sua imponenza lascia senza fiato, ma sono i dettagli a rendere l'esperienza ancora più memorabile: i piedi della statua sono decorati con intricati intarsi in madreperla che rappresentano le 108 caratteristiche fisiche del Buddha.
Questo luogo ospita inoltre una delle più grandi collezioni di statue del Buddha di tutta la Thailandia che sono collocate sotto le gallerie che circondano il complesso. Passeggiare sotto questi porticati offre un’atmosfera di serenità e riflessione, un contrasto piacevole con il dinamismo e il trambusto della città. Vale la pena esplorare anche i numerosi edifici minori e i cortili all'interno del Wat Pho, che rispetto al Gran Palazzo, a mio parere, rappresentano un’architettura più semplice, ma grazie ai colori vivaci e alle piastrelle smaltate comunque d’impatto.
China Town: un tuffo nell’anima vibrante di Bangkok
Dopo aver esplorato la spiritualità e l’arte dei suoi templi, abbiamo deciso di concludere la serata immergendoci nell’atmosfera rumorosa e vivace di China Town.

La sera, questo quartiere si anima in modo particolare. Le insegne al neon illuminano le strade principali, e le bancarelle di street food si affollano di venditori intenti a preparare piatti che richiamano la tradizione cinese. Tra spiedini (anche di insetti), noodle e dolci locali, l’aria si riempie di profumi intensi e particolari. Camminare per queste vie significa trovarsi circondate da un miscuglio di colori, suoni e odori che a volte può risultare caotico, ma che racconta l’identità di una comunità radicata nel cuore di Bangkok.
Rientrare in albergo alla fine di questa lunga giornata è stato quasi strano: dopo aver vissuto il silenzio dei templi e il frastuono di China Town, ci sembrava di aver attraversato due mondi completamente diversi in poche ore.
Questa continua alternanza di atmosfere è forse una delle caratteristiche più autentiche di Bangkok.
Una giornata lontano dal caos: panorami e arte contemporanea
Dopo due giornate intense tra templi iconici e l’energia caotica di Bangkok, decidiamo di rallentare il ritmo e scoprire un lato meno battuto della città. La nostra terza giornata è dedicata a due luoghi lontani dal centro e dal frastuono urbano: il Wat Saket, conosciuto come la Montagna Dorata, e il MOCA, il Museo d’Arte Contemporanea di Bangkok.
La Montagna Dorata: una pausa tra spiritualità e panorama
Il Wat Saket, più conosciuto come il Tempio della Montagna Dorata, è un tempio meno affollato rispetto a quelli visitati nei giorni precedenti.

Immersa in un’atmosfera tranquilla, la scalinata (oltre 300 gradini) che conduce alla cima della Montagna Dorata si snoda in un ambiente piacevole, con cascate artificiali, piccole statue e il suono rilassante delle campane e dei gong che si trovano lungo il percorso. Questa salita è un viaggio lento, da vivere guardando i diversi spazi della città che è possibile cogliere da qui, nel silenzio, in contrasto con il caos urbano che si distende all’orizzonte. È un tempio diverso rispetto ai grandi complessi che abbiamo visitato in precedenza e all’interno i dettagli decorativi sono più semplici, ma la spiritualità si percepisce in modo più intimo, con un clima di raccoglimento e pace. Terminata la salita alla Montagna Dorata, che è l’attrazione principale, al Wat Saket è possibile anche visitare costruzioni minori che la circondano.
Il MOCA: esplorando l’arte thailandese contemporanea
Dopo aver lasciato la Montagna Dorata e aver fatto una breve pausa per riprenderci dal caldo, ci dirigiamo verso il MOCA, il Museo d'Arte Contemporanea di Bangkok. Questo edificio moderno, situato al di fuori del centro cittadino, si rivela una vera e propria gemma per gli amanti dell'arte: è una perfetta fusione tra arte contemporanea e la cultura tradizionale thailandese.

Organizzato su più piani tematici, il museo vanta una vasta collezione di opere permanenti ma ospita regolarmente anche mostre temporanee, ed oltre all’arte locale si possono trovare alcune opere di artisti internazionali, con una prospettiva globale.
Personalmente, posso dire che ognuno dei cinque piani del museo offre un tema unico, che accompagna il visitatore in un affascinante viaggio personale. Ho trovato opere ricche di dettagli e simbolismi, con una narrazione visiva di grande impatto, opere che colpiscono per la loro complessità e profondità simbolica, rendendo la visita stimolante e unica.
Tra le sale che mi hanno maggiormente impressionata quella dedicata alla "fantasy art", dove l'immaginazione regna sovrana, mi ha affascinata per la sua capacità di mescolare il reale e l'irreale in un modo tanto inquietante quanto attraente.
Una serata tra relax e street food: il mercato di ChangChui Creative Park
La nostra giornata si conclude con una visita al ChangChui Creative Park, un mercato che unisce arte, design e street food. Questo luogo, lontano dalla frenesia dei mercati centrali, è un mix di creatività e sapori locali. Le bancarelle e i piccoli ristoranti presenti offrono piatti della tradizione thailandese con un tocco innovativo, rendendo l’esperienza culinaria sorprendente e appagante.
L’atmosfera è intima e rilassante: luci soffuse, installazioni artistiche e un design unico creano un ambiente che invita a prendersi del tempo per osservare e assaporare ogni dettaglio. Concludiamo qui la nostra giornata, gustando deliziosi piatti e apprezzando questo lato più tranquillo e creativo di Bangkok.
Ayutthaya: un viaggio oltre la storia, tra templi, emozioni e riflessioni
Per l’ultima giornata nella parte centrale della Thailandia, decidiamo di lasciare Bangkok per immergerci in una storia ancora più antica: con l’aiuto di una guida locale, ci spostiamo verso Ayutthaya, l’antica capitale del Regno del Siam, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Questo luogo, carico di memoria storica, ci ha offerto una pausa dal presente per riscoprire la grandezza di un tempo passato, capace di trasmettere una forza immensa attraverso le sue rovine.
Una volta raggiunta Ayutthaya, ci siamo trovate davanti a un paesaggio unico: distese di templi in rovina che raccontano il passato glorioso di una città che fu capitale del Siam dal 1350 fino al 1767, quando venne distrutta dall’esercito birmano. Con il supporto della nostra guida, abbiamo esplorato i siti più emblematici, lasciandoci trasportare dalle storie che ogni mattone e ogni scultura sembravano sussurrare.

La prima tappa è stata il Wat Phra Si Sanphet, uno dei templi più importanti e sacri dell’antica capitale. Le sue iconiche chedi (stupa), con le loro forme slanciate e imponenti, sembrano sfidare il tempo, trasmettendo un senso di grandezza e potenza.
Camminare qui è stato come percorrere un sentiero tra passato e presente, circondate da un’energia che ti avvolge e ti fa percepire il peso della storia.
Proseguendo abbiamo visitato il Wat Maha That, un luogo dal fascino quasi mistico, famoso per la testa di Buddha incastonata tra le radici di un albero. Qui, la natura e la storia sembrano fondersi in un’unica entità: le radici sembrano proteggere il Buddha, come se la natura stessa avesse scelto di custodire e preservare la spiritualità di questo luogo.

Infine, abbiamo visitiamo il Wat Na Phra Men, ristrutturato durante il regno di Rama III, dove troviamo un imponente statua in bronzo del Buddha, completamente rivestita con fogli d’oro, dove il Buddha è raffigurato con una serie di ornamenti reali. Proprio per tale motivo, l’immagine è denominata “Il Buddha Incoronato”, ed è una delle poche grandi immagini del Buddha rimaste pressoché intatte a seguito dell’invasione birmana del 1767.
Trascorrere la giornata tra questi luoghi ci ha regalato emozioni che difficilmente si possono descrivere. Camminare tra i resti dei templi non è stato solo un viaggio nella storia, ma un’esperienza che ha toccato corde profonde.
Ci siamo sentite piccole di fronte all’immensità del passato, come se ogni pietra, ogni incisione, portasse con sé la forza e la grandezza di un’intera civiltà.
La maestosità di queste rovine non si limita alla loro dimensione fisica: è una potenza silenziosa che riecheggia attraverso il tempo e lo spazio.

Le chedi imponenti, i Buddha mutilati ma ancora fieri, le radici che abbracciano le statue: tutto sembra voler raccontare una storia di resilienza, di bellezza che resiste nonostante le ferite inflitte dal tempo e dagli uomini.
La scelta di una guida locale si è rivelata fondamentale: non solo ci ha aiutate a cogliere i dettagli storici e religiosi, ma ci ha permesso di vivere Ayutthaya con occhi autentici, immergendoci nello spirito thailandese fatto di rispetto per il passato e connessione profonda con il presente.
Torniamo a Bangkok con il cuore pieno di emozioni: Ayutthaya non è solo un luogo di rovine antiche, ma una finestra aperta su una storia che continua a vivere attraverso ciò che rimane.
La nostra ultima serata nella capitale si chiude con una riflessione: Bangkok e i suoi dintorni non sono semplicemente una destinazione, sono un’esperienza da vivere con apertura e lentezza, accettandone i contrasti e lasciandosi stupire dalla sua straordinaria complessità.
Chiang Mai – Un piccolo mondo tra storia e natura
Dopo le intense giornate trascorse a Bangkok, la nostra prossima destinazione ci porta nel nord della Thailandia. Con un breve volo interno raggiungiamo Chiang Mai, la capitale culturale del nord, con monasteri illuminati, mercati brulicanti di gente, tranquille vie residenziali ed un intrico di colline avvolte da foreste: ci spostiamo in un piccolo centro più rurale da cui partiremo per due bellissime escursioni.
Una prima sera per immergerci nell’atmosfera tra templi, massaggi e bazaar

Dopo l’ennesimo spostamento, ci concediamo qualche ora per ambientarci. Decidiamo di esplorare la città vecchia al tramonto, passeggiando tra i suoi vicoli costellati di templi. Rispetto a Bangkok, qui l’architettura religiosa è diversa: i templi sono più contenuti, ma con dettagli che stupiscono i nostri occhi!
Ci fermiamo al Wat Phra Singh, dove l’atmosfera è particolarmente suggestiva al calar del sole e poi facciamo tappa al Wat Chedi Luang, uno dei più importanti della città: il suo antico chedi in mattoni, parzialmente crollato, emerge con imponenza nel centro storico, testimoniando il glorioso passato del regno Lanna.
Lontano dal traffico caotico di Bangkok, Chiang Mai ci appare subito come una città a misura d’uomo, dove è possibile perdersi a piedi tra vicoli tranquilli e piccoli giardini nascosti.

Dopo giorni di camminate e spostamenti, decidiamo di concederci un massaggio thailandese finalmente. Optiamo per il Lila Thai Massage, un centro rinomato per la sua professionalità e per il progetto sociale che sostiene: qui le massaggiatrici sono ex detenute che, grazie a questa iniziativa, hanno la possibilità di reintegrarsi nella società attraverso un mestiere.
Un’ora e mezza di trattamento intenso, in cui ogni muscolo viene allungato e massaggiato con energia: una vera esperienza che alterna momenti di relax a pressioni decise. Ne usciamo rigenerate, anche se, come da tradizione thailandese, il massaggio non è sempre una carezza… ma il nostro corpo ringrazia!
La serata prosegue con una visita al Chiang Mai Night Bazaar, uno dei mercati notturni più famosi della città. Qui l’atmosfera è vivace ma non caotica, con bancarelle che espongono artigianato locale, tessuti, e souvenir di ogni genere.
Dopo una passeggiata tra le luci e i colori del mercato e una cena speziata, rientriamo presto in camera: il giorno successivo ci attende una lunga ed emozionante escursione alla scoperta della natura incontaminata del nord.
Trekking a Doi Suthep: fatica, meraviglia e scoperta

Con l’aiuto di un operatore locale specializzato in escursioni sportive, ci avventuriamo in un trekking immersivo nel Parco Nazionale di Doi Suthep-Pui. Un’intera giornata nella giungla dell’altopiano, tra sentieri impegnativi, vegetazione fitta e paesaggi sorprendenti.
Il percorso è decisamente impegnativo: circa 7 ore di cammino intenso, 16 km di lunghezza e oltre 1000 metri di dislivello, ma la fatica è ripagata dalla bellezza del paesaggio, che cambia costantemente sotto i nostri occhi. Tra il sudore e i mosquitos pronti a colpirci ovunque (consiglio vivamente un buon repellente!), ci immergiamo in un ambiente naturale incontaminato, fatto di foreste rigogliose, suoni della natura e profumi intensi della giungla.

Dopo la prima parte del cammino, raggiungiamo la nostra prima tappa: un piccolo tempio immerso nel verde, dove il silenzio e l’armonia del luogo ci regalano una prima pausa di serenità rigenerante grazie a ciò che i nostri occhi iniziano a vedere qui…
Giusto il tempo di riprendere fiato perché il trekking non si ferma: ora il percorso si fa più ripido e tecnico, richiedendo più attenzione e resistenza.
Dopo un tratto di salita, arriviamo a un luogo iconico, il Wat Phra That Doi Suthep, un tempio dorato arroccato sulla montagna, da cui si apre una vista incredibile su Chiang Mai dall’alto.
Questo è uno dei punti più turistici dell’escursione, forse anche per la sua posizione.

Lasciato il tempio alle nostre spalle, ci inoltriamo nella giungla più profonda. Qui la natura si mostra in tutta la sua potenza: alberi altissimi, dalle forme maestose e radici imponenti che sembrano intrecciare il terreno, piante dai colori sgargianti e suoni che non avevo mai sentito prima (probabilmente di animali che non conosco, ma meglio non pensarci!).
Per me è un’esplorazione continua, una scoperta affascinante di un mondo che non avevo mai visto così da vicino. Dopo ore di cammino, arriviamo a una cascata nascosta nella foresta. L’acqua scorre impetuosa tra le rocce, creando un angolo di paradiso che sembra uscito da un quadro. Ci fermiamo per qualche istante, per assaporare la freschezza dell’aria e la bellezza selvaggia del posto, ma l’escursione non è ancora finita.

Proseguiamo il cammino attraverso sentieri sempre più remoti, fino a raggiungere un piccolo villaggio abitato da una comunità locale.
Qui il tempo sembra essersi fermato: poche abitazioni in legno, coltivazioni a terrazza e persone che vivono seguendo ritmi antichi, lontani dalla frenesia del mondo moderno.
Osserviamo in silenzio, rispettando la tranquillità del luogo, mentre ci immergiamo in un’atmosfera che trasmette una sensazione di autenticità rara.
Dopo ore di cammino, finalmente si conclude questa giornata indimenticabile. Il corpo è stanco, ma la mente è carica di emozioni forti: il senso di conquista per aver affrontato un trekking così intenso, la meraviglia per la natura selvaggia, il rispetto per la spiritualità dei luoghi visitati e la sorpresa di aver toccato con mano una realtà così lontana dalla nostra.
È stata una sfida, ma ogni passo è valso la pena.
Esplorando Doi Inthanon: cascate, foreste e pagode reali
Dopo l’esperienza intensa ma straordinaria del trekking a Doi Suthep, siamo pronte per una nuova avventura.

Questa volta, però, optiamo per un’escursione più “rilassata e turistica”, partecipando a un tour organizzato nel Parco Nazionale di Doi Inthanon. Una scelta che ci permette di godere delle meraviglie naturali senza doverci preoccupare degli spostamenti, lasciandoci trasportare dal nostro furgoncino attraverso i paesaggi montuosi del nord della Thailandia.
Se da un lato questa giornata promette meno fatica fisica, dall’altro il Parco di Doi Inthanon si rivela vasto e ricco di attrazioni, tanto che gli spostamenti stessi diventano parte dell’avventura. La strada si snoda tra continui saliscendi, attraversando paesaggi che cambiano a ogni curva.
La nostra prima tappa è una delle più scenografiche: la cascata di Wachirathan. Con i suoi 80 metri di altezza, questa fragorosa colonna d’acqua si infrange sulle rocce sottostanti creando una nuvola di minuscole gocce che rifrangono la luce del sole, regalandoci un arcobaleno naturale. Restiamo incantate ad ammirare la potenza della natura: il boato dell’acqua che si schianta a valle, la vegetazione lussureggiante che incornicia la scena e l’energia che questo luogo sprigiona.

Dopo questa immersione nella natura, facciamo una breve sosta in un villaggio abitato dalla comunità Hmong, un’etnia montana con radici profonde in questa regione. Qui assistiamo alla tradizionale preparazione del caffè, e scopriamo alcune tecniche artigianali tramandate da generazioni. L’atmosfera è tranquilla e il tempo sembra scorrere più lentamente, in contrasto con il dinamismo della città.
Dopo una breve pausa caffè riprendiamo il nostro viaggio verso la vetta più alta della Thailandia: i 2.565 metri di Doi Inthanon. Qui, l’aria è più fresca e il panorama cambia ancora una volta. Ci addentriamo nel sentiero naturale di Ang Ka, una breve ma affascinante passeggiata tra muschi, felci e alberi avvolti dalla nebbia.
Questa foresta, diversa da tutte quelle viste finora, è un microcosmo unico, dove la vegetazione cresce in una fusione perfetta di umidità e altitudine.

L’ultima tappa del nostro tour ci porta a uno dei punti più iconici del parco: le pagode gemelle, costruite in onore del defunto re e della regina della Thailandia. Circondate da giardini curatissimi e affacciate su una vallata spettacolare, le pagode offrono una vista sul parco ad ampio raggio.
Il tramonto inizia a tingere il cielo di sfumature dorate e rosa, regalandoci un ultimo momento di meraviglia durante il viaggio di rientro a Chiang Mai.
E così, anche questa giornata volge al termine e, con essa, la nostra avventura nel nord della Thailandia. Chiang Mai e i suoi dintorni ci hanno regalato esperienze uniche, tra natura, cultura e spiritualità.
Se potessi tornare indietro, probabilmente avrei dedicato qualche giorno in più a questa regione, per esplorare ancora di più le sue meraviglie. Tuttavia, ogni viaggio lascia una porta aperta per il futuro… e chissà, magari ci torneremo!
Ora, però, è tempo di cambiare scenario: il nostro viaggio continua verso sud, destinazione Khao Lak, per nuove avventure tra mare e natura tropicale!
Il viaggio verso il Sud: Khao Lak e il Parco Nazionale di Khao Sok
Sveglia nella notte per non perdere neanche un minuto di questo prezioso viaggio… Alle 4 del mattino siamo già in aeroporto, pronte per un nuovo capitolo della nostra avventura! Questa volta, il volo ci porta verso scenari più tropicali: il Sud della Thailandia ci aspetta! Dopo un paio d’ore atterriamo a Phuket, ma il nostro viaggio non si ferma qui. Ci lasciamo alle spalle il caos dell’isola e ci spostiamo ancora, questa volta via terra, verso una destinazione più tranquilla e immersa nella natura: Khao Lak.
Abbiamo deciso di trascorrere gli ultimi quattro giorni del nostro viaggio in questa zona, scegliendo un’unica base per goderci il mare e la natura senza troppi spostamenti. Il Sud della Thailandia offre infinite possibilità, dalle immersioni alle escursioni in barca, dallo snorkeling alle città vivaci, ma il nostro cuore ci ha portato verso quella che, senza dubbio, si è rivelata l’esperienza più bella dell’intero viaggio: l’escursione al Parco Nazionale di Khao Sok.
Khao Lak: la tranquillità e il fascino delle spiagge selvagge
Perché abbiamo scelto Khao Lak invece delle Phi Phi Islands o di altre celebri isole del Sud?

La risposta è semplice: volevamo rimanere ancora una volta a contatto con la natura, lontane dal turismo di massa. Khao Lak si trova a circa due ore a nord di Phuket ed è una località che conserva un’anima più autentica, con lunghe spiagge dorate e un’atmosfera rilassata.
La spiaggia di Hat Nang Thong, famosa per le sue conchiglie, è diventata il nostro rifugio. Camminare su questa distesa di sabbia dorata, punteggiata da conchiglie e tronchi levigati dal mare, con l’acqua del mare delle Andamane di fronte e la natura selvaggia alle spalle, ci ha regalato un senso di libertà profonda.

Qui il tempo sembra rallentare, il rumore delle onde si mescola con il fruscio della brezza tra gli alberi e il cielo si tinge di sfumature calde al tramonto. È uno di quei luoghi in cui ti senti parte del paesaggio, dove la natura ti avvolge e ti riempie di energia.
Dopo giorni di viaggio intenso, questa pausa è stata rigenerante. Abbiamo scelto di assaporare la semplicità: lunghe passeggiate sulla spiaggia, i piedi che affondano nella sabbia, il vento che accarezza il viso, l’orizzonte che si perde tra il mare e il cielo.
È la nostra spiaggia, naturale e selvaggia, ed è il luogo perfetto per prepararci alla nostra ultima grande avventura prima del rientro: l’escursione al Cheow Lan Lake, nel cuore del Parco Nazionale di Khao Sok.
L’escursione al Cheow Lan Lake: una giornata da ricordare

Ancora assonnate ma entusiaste di vivere una nuova avventura, partiamo di buon mattino con un operatore locale per un’escursione intensa e affascinante. Dopo circa due ore di viaggio, arriviamo nel cuore del Parco Nazionale di Khao Sok, uno degli ecosistemi più antichi e incontaminati del pianeta.
Qui il paesaggio cambia drasticamente: ci lasciamo alle spalle la strada e saliamo su una tipica barca thailandese a coda lunga per attraversare il Cheow Lan Lake.
Il lago è un vero spettacolo: le sue acque verde smeraldo si estendono a perdita d’occhio, incastonate tra maestosi faraglioni di calcare che emergono imponenti come giganti silenziosi. Il meteo non è dalla nostra parte: il cielo è carico di nuvole e la pioggia inizia a cadere, ma d’altronde siamo in una delle foreste pluviali più antiche del mondo… la pioggia qui è una costante!

Dopo una navigazione suggestiva, raggiungiamo la riva e ci prepariamo per un breve trekking nella foresta. Indossiamo i k-way e proteggiamo le gambe con calzettoni alti per evitare spiacevoli incontri con le sanguisughe.
Appena ci addentriamo nel sentiero, la sensazione è surreale: sembra di essere finite dentro Jurassic Park. Immense canne di bambù si intrecciano sopra di noi, creando un tunnel naturale, mentre intorno si ergono alberi secolari con radici gigantesche che affondano nel terreno umido.
L’aria è carica di profumi di terra bagnata e vegetazione, il suono degli uccelli tropicali e dei piccoli corsi d’acqua ci accompagna ad ogni passo.
Dopo questo primo impatto da film, torniamo sulla nostra barca per continuare l’esplorazione tra i faraglioni. Scivoliamo silenziosamente tra queste formazioni rocciose fino a raggiungere una grotta che possiamo esplorare dall’interno.

Wow! Ci addentriamo con la nostra guida in una “caverna” che sembra uscita da un altro mondo. Stalattiti e stalagmiti scolpite nei secoli creano un paesaggio quasi alieno.
Il passaggio è stretto e buio, ma armate di torce ci facciamo strada fino a scoprire un dettaglio inaspettato: sopra di noi, sul soffitto della grotta, decine di pipistrelli riposano appesi, immobili e silenziosi.
L’atmosfera è magica e un po’ surreale, mentre il dedalo di cunicoli si apre davanti ai nostri occhi, rivelando scenari nascosti plasmati dalla natura nel corso di millenni. È un’esperienza che lascia senza fiato.
Terminata la visita alla grotta, risaliamo sulla barca per raggiungere uno dei punti panoramici più iconici del lago: i Three Brothers, tre spettacolari faraglioni che emergono dall’acqua creando un panorama mozzafiato.

Questo è il luogo perfetto per scattare la famosa foto simbolo di Cheow Lan Lake, un’immagine che rimarrà per sempre impressa nei nostri ricordi.
Torniamo infine verso la riva, bagnate, infreddolite, stanche… ma immensamente felici.
L’emozione di questa giornata, il contatto con una natura così primordiale e potente, l’adrenalina della scoperta… tutto questo rimarrà impresso nella nostra memoria per sempre.
Anche questa avventura è giunta al termine, ma sappiamo già che sarà una di quelle esperienze che racconteremo mille volte con lo stesso entusiasmo.
Il ritorno a casa: un viaggio che resta nel cuore
E ora, con la valigia svuotata ma la mente ancora piena di immagini, profumi ed emozioni, ripenso a tutto ciò che questo viaggio mi ha lasciato.
La Thailandia non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza che ti entra dentro, che ti travolge con la sua energia e ti avvolge con la sua spiritualità. Ogni tempio, ogni paesaggio, ogni incontro ha aggiunto un tassello a questo viaggio che è stato molto più di una semplice vacanza: è stato un percorso di scoperta, di meraviglia e, in un certo senso, anche di crescita personale.
Porterò con me la frenesia di Bangkok, la potenza dei templi antichi, la natura selvaggia del nord, le acque placide e misteriose del Cheow Lan Lake, la quiete infinita di Khao Lak. Porterò con me il sorriso genuino delle persone con cui ho condiviso anche pochi momenti del viaggio.
Tornare non è stato facile, ma so che ogni viaggio lascia qualcosa di sé dentro di noi, e la Thailandia ha lasciato un segno importante. So anche che questa terra avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, e chissà… forse un giorno ci tornerò. Ma nel frattempo, continuerò a viaggiare, a esplorare, a lasciarmi stupire dal mondo, perché se c’è una cosa che questo viaggio mi ha insegnato è che c’è sempre qualcosa di meraviglioso ad aspettarci, basta avere il coraggio di partire ed imparare a esplorare.
Disclaimer
Le informazioni contenute in questo articolo si basano esclusivamente sulla mia esperienza personale di viaggio vissuta dal 18 Novembre 2024 al 30 Novembre 2024 e sono fornite a scopo informativo.
Non costituiscono tuttavia consigli professionali e potrebbero non essere adatte a tutte le esigenze o situazioni. Ogni viaggiatore dovrebbe fare le proprie ricerche e prendere decisioni basate sulle proprie necessità, verificando le informazioni e consultando fonti ufficiali per questioni di salute, sicurezza e documentazione di viaggio. Non garantisco l'accuratezza, la completezza o l'attualità dei contenuti, che potrebbero variare nel tempo. Eventuali suggerimenti organizzativi, itinerari o riferimenti a servizi e strutture turistiche sono frutto della mia esperienza soggettiva e non costituiscono garanzia di qualità o disponibilità. I marchi, i nomi di aziende, le strutture ricettive e i servizi eventualmente citati appartengono ai rispettivi proprietari. La loro menzione in questo articolo ha unicamente scopo descrittivo e non implica alcun tipo di affiliazione, sponsorizzazione o approvazione.
Chiunque scelga di seguire indicazioni, consigli o itinerari riportati in questo articolo lo fa sotto la propria responsabilità. Consiglio sempre di verificare le informazioni presso fonti ufficiali e di adottare le dovute precauzioni di viaggio.